Coronavirus. Buoni risultati dai primi test sul vaccino italiano

5 maggio 2020
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Funzionano gli anticorpi generati nei topi dal vaccino italiano dell’azienda Takis: lo indicano i test eseguiti nel laboratorio di Virologia dell’istituto Spallanzani. “Per la prima volta al mondo un candidato vaccino contro il nuovo coronavirus ha neutralizzato il virus nelle cellule umane”.

Lo ha detto all’Ansa l’amministratore delegato della Takis Luigi Aurisicchio, che ha messo a punto il vaccino, spiegando che il test fatto allo Spallanzani è stato possibile grazie all’esperienza dell’istituto, che dopo avere isolato il virus ha messo a punto un metodo per verificare l’efficacia di vaccini e molecole direttamente sul virus. I test sull’uomo sono previsti comunque dopo l’estate.

La Takis di Pomezia ce la sta mettendo tutta per riuscire a creare un vaccino che nasce dalla ricerca italiana, con una tecnologia tutta italiana e innovativa e che venga sperimentato in Italia e messo a disposizione di tutti. Per fare questo cercano il supporto delle istituzioni e di partner che aiutino ad accelerare il processo: “questa non è una gara e insieme possiamo vincere tutti contro il coronavirus”.

I risultati ottenuti ad oggi sono incoraggianti e ben oltre le aspettative: dopo una singola vaccinazione, i topi hanno sviluppato anticorpi che possono bloccare l’infezione del virus Sars-CoV-2 sulle cellule umane. Dal sangue ricco di anticorpi è stato isolato il siero e quest’ultimo è stato analizzato nel laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani. “Avevamo visto la quantità di anticorpi indotta, ora vediamo che gli anticorpi riescono a bloccare il virus”, ha detto Aurisicchio.

Il prossimo passo è capire quanto tempo dura la risposta immunitaria. Tutti e cinque i candidati vaccini si basano sul materiale genetico della proteina Spike, la punta molecolare che il virus usa per entrare nelle cellule umane, e sulla tecnica della elettroporazione, che consiste in un’iniezione nel muscolo seguita un brevissimo impulso elettrico per facilitare l’ingresso del vaccino nelle cellule e attivare così il sistema immunitario.

Un’altra caratteristica dei candidati vaccini è la capacità di adattarsi all’evoluzione del virus e alle sue eventuali mutazioni, ha osservato il direttore del programma NeoMatrix dell’azienda, Fabio Palombo. “Stiamo già lavorando a un processo modificabile nel giro di poche settimane, qualora il virus accumuli mutazioni – ha spiegato – e diventi invisibile al sistema immunitario: lo stesso concetto che usiamo per sviluppare i vaccini contro il cancro”. Speriamo bene.

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